Buco dell’ozono

L’ozono forma una fascia di circa 30Km di spessore nella stratosfera a protezione dai raggi ultrvioletti più pericolosi che il sole invia sulla crosta terrestre.

Nella stratosfera una piccola quantità di ozono è continuamente prodotta dall’azione della luce del sole sull’ossigeno.

Però nello stesso tempo una parte dell’ozono viene consumata naturalmente. I due fenomeni di produzione e di eliminazione procedendo alla stessa velocità dovrebbero mantenere costante la quantità di ozono.

Le attività umane però possono concorrere a modificare questo processo naturale.

Nel 1986 alcuni scienziati scoprono che sopra l’Antartide si è verificato un anomalo assottigliamento della fascia di ozono.

Il fenomeno viene chiamato “buco dell’ozono”.

Le cause di queste larghe perdite nella fascia di ozono nella stratosfera sono state attribuite ai gas chiamati CFC o clorofluorocarburi usati per le bombolette spray e nei circuiti di refrigerazione dei frigoriferi e dei condizionatori d’aria ed anche come schiumogeni per la fabbricazione del polistirolo espanso.

Il cloro contenuto nei CFC arrivato nella stratosfera si lega con un atomo della molecola di ozono trasformandolo in ossigeno e con questa reazione a catena assottiglia sempre più la fascia di ozono.

Ogni atomo di cloro può distruggere fino a centomila molecole di ozono.

Il progressivo ingrandimento del buco di ozono fa si che più radiazioni nocive ultraviolette UV-B arrivino sulla superficie terrestre con effetti negativi per la salute umana.

Nel 1987 con il Protocollo di Montreal sono state introdotte restrizioni per l’utilizzo e la fabbricazione di questi prodotti.

Ultimamente è vietata la produzione dei CFC.